I mirtilli sono tra i più popolari frutti di bosco definiti come tali, ossia delle forme di bacche che hanno un’origine semi selvatica e che crescono prevalentemente in condizioni boschive e a temperature mediamente invernali. Riconoscibili dall’aspetto sferico delle bacche, spesso viene definita una vera e propria azione benefica di questi frutti, in particolare per il sistema cardiocircolatorio. Ma i mirtilli fanno davvero bene al cuore come spesso siamo portati a pensare?
Si tratta di frutti estremamente nutrienti, e ricchi di proprietà nutrizionali. Ma fanno davvero bene al cuore come si sente o si legge spesso in giro?
Mangiare mirtilli fa bene al cuore? Ecco cosa dice il nutrizionista
I mirtilli sono tra i più diffusi frutti di bosco, considerati alla stregua di superfood ossia tutti quegli alimenti che sono conosciuti da secoli per le proprietà positive ma che al tempo stesso sono spesso definiti come addirittura alla stregua elementi quasi miracolosi per l’organismo.
Analizzando i mirtilli è facile trovare molti punti positivi, a partire dal contenuto di vitamine, A, D ed E, che sono assolutamente importanti per la funzione metabolica e non solo dell’organismo ma anche polifenoli, in particolare gli antociani che hanno un importante potere antiossidante. Sono presenti anche diversi sali minerali utili per contrastare anche i malesseri nei confronti del sistema immunitario.
Diversi istituti di ricerca molto seri, come anche l’Istituto Veronesi, oltre a varie ricerche statunitensi e britanniche inoltre hanno evidenziato un rilevante potere migliorativo del cuore e di tutto il sistema circolatorio: una dose discretamente elevata di mirtilli consumati al giorno pari ad almeno 150 grammi, riesce a ridurre fino al 15 % i tipici problemi cardiaci, in particolare in età adulta e matura, ma anche avanzata: le cause di infarto ed ictus sono spesso le più comuni anche nel nostro paese, quando si parla di decesso o problematiche non legate all’età avanzata.
Per questo motivo il consumo di mirtilli con una certa regolarità, come evidenziato dagli studi appena evidenziati poc’anzi può realmente ridurre la percentuale di rischio dei tipici problemi legati alla circolazione, e sono anche frutti estremamente consigliabili per il controllo della glicemia e del diabete di tipo 2, ossia la forma più comune tra la popolazione adulta.
Inoltre è stato evidenziato allo stesso modo un miglioramento dello stato di salute delle arterie, con un potenziale allargamento fino all’1,1 % rispetto alla dimensione iniziale (azione che riduce il rischio d’infarto causata anche da problematiche come il colesterolo alto).