Il cappero è un piccolo arbusto ramificato a portamento che fa parte della famiglia Capparaceae. Di solito di questa pianta si consumano i boccioli, che prendono proprio il nome di capperi, e un po’ più raramente i frutti anche se comunque entrambi si conservano sotto sale, sott’aceto e sott’olio. Il portamento della pasta è cespitoso con fusto ramificato e rami lunghi inizialmente eretti e poi striscianti oppure ricadenti.
Le foglie invece sono picciolate e alterne e hanno una consistenza carnosa. La forma della lamina della foglia stessa è ovale con un margine liscio e delle nervature pennate. Per quel che riguarda sono i fiori sono ascellari e solitari oltre ben vistosi mentre i frutti sono delle capsule verdi a forma di fuso. Questo contiene dei semi reniformi e giunta la maturità si apre da solo con una fessura.
Cappero: cosa c’è da sapere?
Il cappero viene coltivato sin dall’antichità ed è diffuso ad oggi su tutto il bacino del Mediterraneo. Ad ogni modo sappiamo che questa pianta cresce in maniera spontanea solo su substrati calcarei formando dei cespi con dei rami ricadenti e lunghi fino a diversi metri. Una cosa importante da sapere quando parliamo di cappero è che ha bisogno di esigenze idriche piuttosto limitate.
Pur trattandosi di una pianta rupicola, il cappero trae vantaggio dalla coltivazione effettuata in piena terra e un’irritazione moderata che le consente, così, uno sviluppo più rigoglioso. Il cappero è un tipo di pianta che si propaga per seme oppure per talee, di cui quest’ultima deve essere fatta solo d’estate prelevando un pezzo di rame di 10 cm circa.
Ma quando si seminano i capperi?
Diciamo subito che la coltivazione del cappero richiede un particolare attenzione data, in primis, da una posizione soleggiata e un terreno ben drenante. Un aspetto ottimo quando si parla di questo tipo di coltivazione è che il cappero si adatta davvero molto bene a terreni poveri o rocciosi mostrando di fatto una notevole capacità di crescita nei luoghi adeguati.
- Quando si possono piantare i semi?
- Quando si raccolgono?
- Come si riproducono?
Per prima cosa si deve sapere che la semina, chiamata anche messa a dimora, deve essere effettuata sempre in primavera o comunque quando il clima tende stabilizzarsi. Nonostante ciò, però, è vero che la pianta riesce a resistere a temperature che raggiungono perfino i -2° anche se sarebbe meglio proteggerla con un tessuto TNT se si dovessero verificare inverni eccessivamente gelidi.
Per garantire una buona crescita, comunque, si deve innaffiare in maniera regolare, seppur moderata per evitare ristagni di vario genere e si consiglia anche di effettuare una potatura annuale rimuovendo tutti i rami danneggiati o troppo vecchi. Infine è importante anche il momento di raccolta e bisogna stare attenti a farlo solo quando i boccioli sono ancora chiusi.