In questo nostro articolo di oggi abbiamo intenzione di parlarvi dello zafferano, la cui coltivazione risulta essere molto interessante, specie per quel che riguarda a livello professionale in modo tale da poter ottenere un reddito e autoprodurre, così, dell’ottimo risotto di grandissima qualità. La coltivazione dello zafferano, comunque, non è affatto difficile e in più c’è da dire che l’Italia ha decisamente un clima adatto per cui non si potrebbe chiedere di meglio.
Ma che cos’è esattamente lo zafferano? Vi piace? Lo conoscete? Beh, possiamo dire che si tratta di una spezia che si ottiene grazie agli stigmi di un particolare fiore che prende in nome di Crocus sativus. In particolar modo si tratta comunque di una pianta appartenente alla famiglia delle Iridacee, una pianta che cresce fino a circa 20-30 cm ed è in grado di dare fino a quattro fiori, tutti con colori intenso.
Zafferano: conosciamo di più
Gli steli di questo bel fiore vengono tutti raccolti e fatti ben seccare per essere utilizzati in cucina, magari come condimento e come colorante stesso. Tra l’altro c’è da dire che lo zafferano è ormai annoverato tra le spezie più costose di tutto il mondo e venne coltivato per la primissima volta in Grecia. Ad ogni modo, però, lo zafferano vero, la cui specie è ancora oggi sconosciuta, è originaria dall’isola di Creta.
I bulbi di zafferano vengono spesso chiamati con il nome di “cormi” e quel che sappiamo è che questi possono essere piantati nei mesi estivi. Il periodo migliore, infatti, pare essere proprio quello di fine agosto dato che in questo preciso momento essi sono in totale riposo vegetativo. Ad ogni modo si deve sapere che l’impianto deve essere fatto sempre a settembre, prima ancora che il bulbo getti.
Come piantare lo zafferano? Ecco tutto
A differenza dei semi di moltissime altre piante che possono essere conservate per anni, sappiamo che i bulbi devono essere messi per forza nel terreno nell’anno in cui questi vengono espiantati. Questo avviene perché altrimenti gettano le spate che contengono le foglie e se sono fuori terra questi deperiscono inevitabilmente. Ma ora vediamo come dovrebbe essere il suolo:
- Drenante;
- sciolto;
- ricco di sostanza organica.
Suolo drenante vuol dire che non deve avere ristagni di acqua e tutto ciò permette di evitare marciumi e al contrario di prevenire le malattie funginee quale ad esempio il fusarium. Quando parliamo invece di suolo sciolto allora indichiamo un suolo che non sia troppo compatto e che possa quindi permettere alle radici una buona moltiplicazione dei bulbi.
Infine possiamo parlare anche dell’importanza relativa alla sostanza organica che svolge qui una funzione ammendante, mantenendo sempre la terra ben soffice e soprattutto sempre capace di trattenere nel migliore dei modi tutta l‘umidità. E’ proprio l’umidità che nutre i microrganismi più utili, che tra l’altro sono anche i responsabili della fertilità del suolo stesso.